REPUBBLICA DI SAN MARINO

REGGENZA
DELLA REPUBBLICA

Cerimonie e Eventi

Borgo Maggiore, 03 dicembre 2022

Sua Eccellenza Maria Luisa Berti
Sua Eccellenza Manuel Ciavatta

LA REGGENZA - IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CPN DISABILITA' - PARTECIPA AL TEATRO CONCORDIA ALLA PROIEZIONE DEL FILM 'A MUSO DURO'

Care Concittadine e Cari Concittadini,

Graditissimi ospiti,

esprimiamo la nostra gioia e la nostra soddisfazione per esser qui, insieme a voi, questo pomeriggio, per aprire l’evento conclusivo delle celebrazioni della Giornata Internazionale delle persone con disabilità. 

Evento fortemente voluto dalla Reggenza per sollecitare ulteriormente l’attenzione delle Istituzioni e dell’intera collettività sui diritti delle persone con disabilità e sulla necessità di una società veramente inclusiva, capace di garantire pari opportunità ad ogni suo cittadino, di rispettarne la dignità e di eliminare ogni tipo di barriera, fisica e mentale, che ostacola e limita la piena espressione delle sue capacità e potenzialità.

Non è usuale che la Reggenza parli al di fuori di Palazzo Pubblico. Ma il nostro voler, in qualche modo, derogare ai protocolli diplomatici e alle consuete prassi istituzionali vuol essere, esso stesso, un forte messaggio, un invito a pensare al significato vero delle cose, alla sostanza ancor prima che alla forma. 

Da questo punto di vista, la giornata odierna è un’importantissima opportunità perché il nostro sguardo non si fermi all’apparenza, ma vada in profondità, per cogliere l’essenza stessa ed il valore della persona, di ogni persona.

Il nostro saluto, dunque, oggi non vuole essere una mera formalità quanto, piuttosto, la sollecitazione ad uno sguardo rinnovato e carico di stupore rivolto alle persone con disabilità,  per l’intensità umana e la straordinaria vitalità con cui vivono il proprio quotidiano, che diventa stimolo per ciascuno di noi a vivere il nostro quotidiano.

A breve assisteremo alla proiezione del film “A muso duro - Campioni di vita”; ispirato alla storia del Prof. Antonio Maglio, medico e dirigente INAIL che dedicò la sua vita al pieno recupero sociale delle persone disabili e che, nella Roma del 1960, organizzò i primi Giochi Paralimpici della storia.

E proprio sull’espressione “campioni di vita” vogliamo soffermarci perché rappresenta in maniera esemplare tantissime persone con disabilità.

In questo nostro messaggio non intendiamo, infatti, soffermarci solo sulle difficoltà con le quali quotidianamente devono misurarsi sia le persone con disabilità, sia coloro che le assistono, le accompagnano, le affiancano. Difficoltà che possiamo appena immaginare e che spesso condizionano fortemente la possibilità di vivere una vita autonoma ed indipendente, di realizzare il proprio progetto di vita, di avere pari possibilità di accesso all’istruzione, al lavoro, ai servizi, alla vita sociale.

Vogliamo, piuttosto, richiamare la nostra, e vostra, attenzione alla lezione di vita che le persone con disabilità ci donano ogni volta che le incontriamo o entriamo in rapporto con loro. 

“Persone ordinarie che vivono in maniera straordinaria”, che diventano testimonianze dirompenti del fatto che non è la disabilità che definisce la persona, ma il modo con il quale la persona affronta le sfide quotidiane che la vita presenta, compresa la disabilità.

Con il loro vivere quotidiano, con la loro costanza nel superare i limiti e le barriere di una vita “più complicata” insegnano ad ognuno di noi la resilienza, il non arrendersi di fronte alle avversità; a lottare con tenacia e determinazione per superare i propri limiti, trasformandoli anche in opportunità. Sono loro che insegnano che la vita è sempre preziosa, merita di essere vissuta e vale la pena lottare per essa.

Tale testimonianza è tanto più significativa in una società nella quale tutti ambiscono a raggiungere una perfezione fallace ed effimera, inseguendo canoni stereotipati di bellezza estetica, prestanza fisica, performance elevatissime in ogni ambito. Una società nella quale prevale una mentalità sempre più narcisistica ed opportunistica, che non accetta ed emargina – o “scarta” - chi non corrisponde a detti canoni, senza considerare che, inevitabilmente, la fragilità appartiene a tutti. 

La realtà, al contrario, ci mostra persone con disabilità anche gravi che, pur con fatica, hanno trovato la strada di una vita veramente vissuta e ricca di significato, e ce ne sono tante altre “normodotate” che, tuttavia, sono insoddisfatte e fintanto disperate, poiché la vulnerabilità appartiene all’essenza dell’uomo.

Focalizzati, come siamo, nell’emulazione di modelli ideali di perfezione, ci lamentiamo spesso per cose davvero futili. Nascondiamo a noi e agli altri quelli che riteniamo essere nostri difetti, nostre fragilità perché non corrispondenti a tali modelli. Non ci accorgiamo che, così facendo, ci stiamo omologando; perdiamo, insieme alle nostre peculiarità e differenze, la nostra unicità e preziosità di individui.

L’esempio che si riceve da donne e uomini con disabilità anche importanti, è che ogni individuo è “unico ed irripetibile” ed è ciò che ne definisce l’inestimabile valore.

In occasione della Super Coppa Martin Mancini - trofeo di basket giovanile in carrozzina, disputato a San Marino lo scorso 23 ottobre -  siamo rimasti profondamente colpiti dall’entusiasmo, dalla vitalità, dall’agonismo dei giovani atleti partecipanti, un entusiasmo contagioso che ci siamo portati nel cuore per molti giorni.

Un evento che, oltre al grande valore sportivo, ha insegnato a noi, e a tutti coloro che erano sugli spalti, che con l’impegno costante ad affrontare e superare i propri limiti, insieme all’aiuto ed alla presenza di amici e compagni di squadra, si può imparare a rialzarsi autonomamente anche se si rimane a terra legati ad una carrozzina, e ci ha aiutato a capire che la disabilità da sola può non essere un limite, ma che il limite se lo crea chi ritiene di non poterlo superare.

Fermiamoci a riflettere: è la disabilità che può condizionare l’individuo o  é, piuttosto, l’incapacità di ognuno di noi e della società nella sua interezza ad accogliere tutti, ognuno con le proprie capacità e prerogative, a limitare l’essere di ogni individuo?

E’ tutt’altro che superata la tendenza ad accostarsi alle persone con disabilità con sentimenti di pietà, compassione, al più comprensione, non comprendendo che questi atteggiamenti ne sminuiscono le reali potenzialità e – ancor peggio – le imbrigliano in schemi che non consentono loro di esprimersi liberamente.

Il grandissimo merito del Prof. Maglio è stato quello di dare a queste persone la consapevolezza della loro fisicità, delle loro possibilità, e con essa la forza necessaria per andare oltre a quelli che, sino a quel momento, erano considerati limiti insuperabili; le cose prima inavvicinabili sono diventate così possibili, lo sport è diventato possibile; tutto si è colorato di nuove opportunità; quelle persone potevano essere ed erano felici.

Questo è l’approccio vincente. Considerare cioè la disabilità non come una malattia o semplicemente un deficit, ma come un rapporto sociale tra le caratteristiche delle persone e l'ambiente. Non come un problema da superare ma come una risorsa sulla quale investire.

Poi, farsi le domande giuste. Non chiedersi, cioè, il perché di una disabilità; se è la conseguenza di un trauma o di una malattia genetica. Ma, piuttosto: ci sono tutti gli strumenti perché la persona con disabilità possa prendersi cura di sé e della propria salute? Ci sono i servizi che le permettano di godere dell’arte, della bellezza, della musica?

L’affermazione di una reale cultura dell’inclusione passa attraverso le risposte concrete che la società, la comunità, le istituzioni danno a questi interrogativi; risposte fatte di progetti, di opere e di azioni finalizzate all’accessibilità intesa come l’insieme delle caratteristiche ambientali, strutturali ed organizzative che, a prescindere dalla condizione della persona, consentano di usufruire di beni, luoghi e servizi; 

progetti e programmi che devono porre in primissimo piano misure atte a garantire alla persona con disabilità il più possibile una vita da vivere con pienezza ed indipendenza, assicurando alle persone con disabilità il diritto di scegliere dove e con chi vivere;

percorsi formativi inclusivi che favoriscano l’accesso e il diritto al lavoro e anche ad un lavoro qualitativamente apprezzabile poiché la partecipazione alla vita economica è il modo migliore per garantire autonomia e inclusione sociale per le persone con disabilità, favorendone la realizzazione personale ed un percorso di vita indipendente. Saper riconoscere, nei luoghi di lavoro, il potenziale ed i talenti delle persone con disabilità, genera benefici per la persona, per l’organizzazione e per la società nel suo insieme, rafforzandone la coesione;

soluzioni per favorire la piena partecipazione alla vita sociale, culturale, turistica e ovviamente sportiva.

Sono, questi, i paradigmi che le organizzazioni internazionali hanno elaborato per la promozione e l’affermazione di una cultura dell’inclusione. 

Secondo l’Agenda ONU 2030 nel prossimo decennio dovrà essere garantito un accesso equo, di qualità e senza barriere all’istruzione, un’inclusione totale a livello economico e politico, l’abolizione di ogni barriera fisica all’accesso a edifici e trasporti pubblici e, infine, un miglioramento della raccolta di dati statistici relativi alla disabilità.

Sono obiettivi senz’altro imponenti per ogni Paese, che possono apparire di difficile raggiungimento. Non facciamoci scoraggiare. Anzi impariamo proprio dalle persone con disabilità ad affrontare ogni sfida con determinazione, tenacia ed entusiasmo. Facciamoci aiutare anche da Loro in questo percorso che vorremmo non fosse più definito come percorso di inclusione dell’altro ma diventasse piuttosto il percorso per l’affermazione di una cultura del Noi. 

Ringraziamo Marco Pontecorvo, Roberto Jannone, Flavio Insinna, Chiara Coltri, Cristina Selva per la disponibilità ad essere oggi presenti e rivolgiamo un ringraziamento alla Signora Maria Stella Maglio, moglie del Prof. Maglio, dall’incontro con la quale, il 23 ottobre scorso, è nato l’evento odierno.

Prima di terminare, vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare anche tutte le Federazioni Sportive, le Associazioni e i vari Enti e Soggetti che si occupano quotidianamente delle persone con disabilità ed esprimere loro i sensi del nostro profondo apprezzamento per la preziosa attività svolta.

A tutti il saluto più cordiale e, considerato l’approssimarsi delle festività, gli auspici di un Sereno Natale e di un Nuovo Anno di serenità e pace.

 

San Marino, 3 dicembre 2022/1722 d.F.R.